La mia pittura
Negli ultimi anni e dalla mostra a Lugo nel 2016, la mia ricerca in pittura si è interessata ad altre forme dell’astrattismo, meno informale e più geometrico. Trattasi sempre di tela e colore. Colore a olio, acrilico e smalti industriali.
La base di partenza è sempre la stessa un reticolato, uno schema ora più largo ora più stretto nel quale inserire delle circonferenze, tanti cerchi vicini un mosaico in pittura, come grani di un rosario o elementi di un mandala. La ripetizione del cerchio funziona come un modulo ove la pittura con colore più puro o più secondario fa pulsare la tela. I formati che sto usando partono da quello minimo di centimetri 20 x 20 e per ora fino a 100x 130, la realizzazione è spesso a coppie di opere gemelle.
Il mio procedere per stesure e sovrapposizioni è piuttosto lento e meditato. Le mie fonti di ispirazione e di ammirazione vanno a vari artisti da me visti e seguiti in questi anni. In particolare gli artisti della luce come James Turrel, Maurizio Nannucci e Dan Flavin. Roni Horn per la bellezza dei suoi vetri e Yayoi Kusama e le sue Infinity room. Come pure Ettore Spalletti, Gastone Biggi, Bridget Riley e Giulia Ricci per le suggestioni, dal monocromo all’optical art e al minimalismo.
La mia pittura / 2
Lavoro con tecniche tradizionali utilizzando olio e acrilico su carta, tela o legno, oppure uso smalti e cemento che stendo e dipingo su tele. Principalmente la mia è una pittura astratta, tuttavia parte sempre da uno schema ordinato, geometrico e modulare che indaga e misura il campo di lavoro, ma che poi viene nascosto dai vari strati di pittura e aggiunge sedimentazioni e sovrapposizioni.
Dipingo usando l’immaginario proveniente da vari luoghi, siano essi: giornali e fotografie, libri, cataloghi e riviste d’arte. Ricerco una pittura calda ottenuta con segni ritmicamente ripetuti, rettangoli di colore e pennellate che formano andamenti, la cui ripetitività diventa una musica, una meditazione e a volte un’ossessione.
Mi sento in piena sintonia con ciò che affermava Paul Klee “L’arte non deve rendere il visibile ma aprire gli occhi sull’invisibile”. Come pittore che lavora con tecniche tradizionali ho spesso temuto che il mio linguaggio non fosse abbastanza contemporaneo, ma, accantonato questo timore, mi sono appassionato a ridipingere opere o particolari dei dipinti classici da me preferiti. Penso che fare arte oggi comporti avere dei dubbi e sapere che non c’è una strada maestra da percorrere ma una molteplicità di sentieri complessi e contraddittori dove ogni artista può incontrare i suoi miti, ossimori e utopie.
My paintings
In recent years and since the exhibition in Lugo in 2016, my research in painting has been focused on other forms of abstractionism, less informal and more geometric. It is always about canvas and colour , oil paint, acrylic and industrial enamels. The starting point is always the same : a grid, a pattern now wider and narrower in which to insert circumferences, many circles closed to each other , like a mosaic in painting, like grains of a rosary or elements of a mandala. The repetition of the circle works like a module where the painting with purer or more secondary colour makes the canvas pulsate.
Canvas formats start from the minimum size of 20 x 20 centimeters up to 100x 130, the realization is often in pairs of twin works. My process of painting and overlapping is rather slow and meditated. My sources of inspiration and admiration go to various artists I saw and followed during these years, in particular to the light artists such as James Turrel, Maurizio Nannucci and Dan Flavin,to Roni Horn for the beauty of her glasses and to Yayoi Kusama and her Infinity rooms. As well as Ettore Spalletti, Gastone Biggi, Bridget Riley and Giulia Ricci for their suggestions, from monochrome to optical art and minimalism.
My paintings / 2
I work with traditional techniques by using oil and acrylic on canvas , paper or wood . I also spread enamels or concrete on canvas and I paint on these surfaces . My painting is mainly abstract , but it always starts from an orderly geometric and modular pattern that investigates the place of work and then it is concealed by various layers of painting with the adding of sedimentation and overlaps.
My painting is influenced by different sources like newspapers, photography, books, catalogues and art books , I aim for a warm painting with signs rhythmically repeated, with touch of colours and brushstrokes that create patterns where the repetitive processes become music , meditation and sometimes obsession.
I fully agree with Paul Klee sentence “no need for art to show visible, art must open your eyes on invisible”. Sometimes I have been afraid not to be contemporary enough because of my traditional painting, but I dropped this fear and I am passionate about painting works or part of works of my favorite classic painters. I think that making art today means to have doubts, to know that there is not a main road to follow but different, complex and contradictory paths where every artist can face his myths, oxymorons and utopies.

Studio 2019 (In primo piano Circles-series)

Senza titolo (Gemello rosso A). 2019. Olio e acrilico su tela. 70 x 60 cm.

Circles (series). 2018. Olio e smalto su tela. 20 x 20 cm

Costellazione. 2018. Olio e smalto su tela. 100 x 130 cm

Gemello Oltremare (part.). 2018. Olio e smalto su tela. 70 x 60 cm. Gemello Blu Primario (part.). 2018. Olio e smalto su tela. 70 x 60 cm

Gabriele Ballardini. Dietro, sulla destra, “Paesaggio con argine” (particolare), 1998, olio e acrilico su tela, 155 x 175 cm.

Lo studio di Gabriele Ballardini. Sul cavalletto l’opera “130 circles”, 2015, olio su tela, 100 x 130 cm

Lo studio di Gabriele ballardini. Sul cavalletto l’opera “Trittico inglese”

Lo studio di Gabriele Ballardini. Al centro “Senza titolo 1″ e “Senza titolo 2”, 2013, olio e acrilico su legno, 100 x 130 cm

Pittura, 2008, olio e acrilico su tela, 100 x 130 cm

Senza titolo (A), 2011, tecnica mista su tela, 50 x 50 cm

Senza titolo (B), 2011, tecnica mista su tela, 50 x 50 cm